Spesso i pazienti non sanno a cosa vanno incontro. Di seguito qualche semplice informazione…
Il blocco viene eseguito in regime ambulatoriale. Per una esecuzione corretta il Paziente viene posto sul letto in sala blocchi sotto il fluoroscopio (apparecchio radiologico) perché si ritiene che la corretta esecuzione debba essere controllata accuratamente. Prima di inserire l’ago nella cute si esegue l’anestesia locale. Il fluoroscopio ci permette di scegliere il punto giusto di entrata dell’ago e di identificare il punto giusto dove iniettare la soluzione terapeutica. Si seguono due vie diverse in base all’obiettivo terapeutico: la via transforaminale e quella interlaminare. A volte, ma non sempre, il paziente avverte un lieve dolore che ricorda il dolore solitamente percepito a dimostrazione che stiamo iniettando proprio nel punto giusto. Dopo il blocco il Paziente viene fatto sdraiare sul letto di controllo e vi rimane per 30-40 minuti. Solo il controllo medico permetterà al Paziente di lasciare il letto.
Non ci sono particolari precauzioni. Dopo il blocco il paziente è in grado di camminare anche se avverte una sensazione di lieve addormentamento della gamba o del braccio. Si consiglia riposo a casa per l’intera giornata.
Non ci sono limiti dopo le 24 ore. Nell’immediato periodo post blocco è consigliabile non guidare.
Blocco interlaminare
L’accesso interlaminare consente di iniettare il farmaco in prossimità della sede di sospetta patologia con la criticità che il farmaco diffonde sicuramente nello spazio peridurale posteriore ma non sempre raggiunge lo spazio laterale o anteriore sedi prevalenti di patologia. Il blocco transforaminale permette di raggiungere la radice spinale nel punto in cui esce e di interessare lo spazio peridurale anteriore.. E’ raccomandato l’utilizzo di mezzo di contrasto per documentare la reale diffusione della soluzione iniettata.
A livello cervicale, dove la tecnica interlaminare è particolarmente indicata (soprattutto quando effettuata sotto guida fluoroscopica e con utilizzo di mezzo di contrasto per conferma della corretta diffusione) rispetto ad eventi vascolari e sicura (presenza del legamento giallo sino a C5, spazio peridurale più ampio) se praticata nel tratto tra C6 e T1, 3 ml di soluzione sono stati dimostrati sufficienti per raggiungere anche i metameri vertebrali più rostrali.
Blocco caudale
L’approccio peridurale caudale è considerato il più sicuro per patologie che interessano le radici lombari inferiori e le radici sacrali e sembra favorire la distribuzione del farmaco verso lo spazio peridurale anteriore. Il volume iniettato varia da 10 a 20 ml o più.
Blocco con catetere
L’utilizzo di un catetere per la somministrazione di farmaci a livello peridurale ha lo scopo di raggiungere in maniera ottimale obiettivi difficili da raggiungere a causa di alterazioni anatomiche o per la presenza di esiti cicatriziali. Può essere indicato l’uso del catetere nei pazienti in cui la presenza di laminectomia controindica un approccio interlaminare mirato o a livello dello spazio peridurale cervicale per raggiungere specifiche radici anche se, in questo caso, non è stata dimostrata una maggiore efficacia dall’utilizzo di un catetere.
Il blocco peridurale con steroidi è dimostrato efficace (a medio termine) solo nel paziente con dolore radicolare (Nice, 2016). E’ corretto eseguire il blocco peridurale terapeutico solo dopo che il paziente ha eseguito adeguata terapia cortisonica sistemica (in assenza di controindicazioni) con risultato antalgico assente, limitato o di breve durata.
Indipendentemente dall’evidenza esistente circa le diverse indicazioni è importante che il medico e il paziente condividano le indicazioni specifiche per la condizione clinica del paziente e gli obiettivi prefissati:
Si tenga presente che non esiste evidenza circa i punti 2, 3, 4 solo perché non sono mai stati eseguiti studi per valutare questi obiettivi.*
E’ importante che il medico e il paziente siano consci dell’entità e della durata del beneficio raggiungibile, a seconda dei farmaci utilizzati, che variano in base all’obiettivo terapeutico (es.: il blocco peridurale eseguito con anestetico dà indicazioni sulla sede di origine del dolore, se selettivo e confermato da iniezione di mezzo di contrasto, può dare un risultato terapeutico di durata variabile a seconda del cortisonico utilizzato; l’analgesia a lungo termine è facilitata ma non dipendente dal blocco peridurale).
Le successive raccomandazioni, si riferiscono alle valutazioni che precedono l’esecuzione della tecnica, l’ambiente e le modalità di esecuzione della tecnica.
La collaborazione tra medico e paziente è fondamentale per la riuscita di ogni terapia. Per questa ragione è importante che il paziente venga accuratamente informato sugli obiettivi della procedura, sui passi dell’esecuzione della stessa e sulle variazioni del suo stato di salute che possono seguire la procedura nell’immediato o in tempi più lunghi. E’ necessario dare informazioni, oltre che sui possibili benefici del trattamento, sull’evoluzione della patologia in caso di non trattamento e sui possibili effetti collaterali, compresi quelli più rari e più gravi, tenendo presenti quelli correlati ai farmaci (per steroidi effetti anche a distanza dalla somministrazione su glicemia, valori pressori, patologie GI e endocrini). Vedere linee guida per consenso informato.
Nessuna formulazione di corticosteroidi ha indicazione per la somministrazione epidurale, anche se vi è consenso diffuso nella comunità scientifica internazionale sull’utilità di questa procedura. Il paziente deve pertanto essere informato che il farmaco viene utilizzato per indicazione “off label”.
Le procedure di identificazione del paziente secondo le raccomandazioni WHO per le procedure chirurgiche devono essere seguite. Importante rivalutare con il paziente la sede del dolore e, se il medico non li ha mai visualizzati in precedenza, vedere gli esami strumentali eseguiti dal paziente che documentano la/le sedi della patologia possibile causa di dolore o eventuali anomalie anatomiche che possono interferire con l’esecuzione della metodica (es.: sedi di pregressi interventi rispetto all’accesso interlaminare, vasi anomali rispetto all’eccesso intraforaminale, cisti radicolari rispetto all’accesso caudale).
La presenza di possibile gravidanza deve essere esclusa prima dell’utilizzo di radiazioni ionizzanti.
Si fa riferimento alle recenti raccomandazioni ASRA in Reg Anesth Pain Med 2018;43: 225–262. In queste Linee Guida, il blocco peridurale viene considerato una procedura a rischio intermedio di sanguinamento per cui è opportuno valutare in ogni pazienti l’opportunità di sospendere la terapia anticoagulante e l’esecuzione del blocco o della metodica con minore rischio di sanguinamento. Il rischio degli esiti di possibile sanguinamento è maggiore nelle sedi più rostrali.
Il blocco peridurale deve essere eseguito in ambiente protetto, con garanzie di controllo di inquinamento biologico, con la possibilità di monitorare (PA, SpO2) il paziente durante e dopo il trattamento per tempi compatibili con l’inizio di insorgenza di effetto dell’anestetico utilizzato. Devono essere presenti gli strumenti per un pronto intervento in caso di comparsa di effetti collaterali gravi quali disturbi cardiocircolatori e respiratori in possibile relazione all’inaspettata diffusione dei farmaci in sede subaracnoidea o vascolare (disponibilità di intralipid nonostante i minimi dosaggi di anestetico utilizzati?).
Il blocco peridurale in assenza di strumenti radiologici di controllo, può essere considerato solo nei casi in cui si debba dare una rapida risposta ai pazienti in assenza degli strumenti idonei; si tenga però presente che non può essere considerato un passo valido nel percorso del paziente a supporto di decisioni su opzioni terapeutiche più invasive.
E’ raccomandato l’utilizzo di fluoroscopio per dimostrare il corretto posizionamento dell’ago ma, soprattutto, la corretta diffusione della soluzione iniettata tramite utilizzo di mezzo di contrasto iodato idoneo all’iniezione nel canale vertebrale (può essere escluso solo in pazienti allergici in cui può essere considerato l’effetto dell’anestetico per dimostrare il raggiungimento delle strutture coinvolte nella genesi del dolore).
Può essere considerato l’utilizzo degli ultrasuoni, in mano a personale esperto, per visualizzare la corretta introduzione dell’ago a livello dello iato sacrale; per identificare il livello a cui va effettuato il blocco peridurale e misurare la profondità dello spazio peridurale, quando si riesca ad ottenere un’adeguata visualizzazione delle strutture anatomiche; per effettuare un blocco peri-radicolare, utilizzando una tecnica combinata che preveda l’utilizzo dell’ecografo e dell’elettrostimolatore. Manca la dimostrazione della corretta diffusione del farmaco all’interno del canale vertebrale.
La procedura deve essere preceduta da adeguate misure di asepsi che riguardano il personale presente in sala (cuffia, mascherina, guanti sterili dopo opportuna igiene delle mani) ed il paziente (preparazione del campo sterile con disinfettanti contenenti iodopovidone o clorexidina).
E’ opportuno che sia presente in sala personale adeguatamente addestrato alla preparazione del materiale idoneo, sulle tecniche di rianimazione e alla gestione degli strumenti radiologici.
Vi è ampio consenso sull’utilizzo di corticosteroidi nella soluzione iniettata a livello peridurale anche se nessun corticosteroide in commercio in Italia ha l’indicazione per tale via di somministrazione. Allo steroide viene spesso aggiunto un anestetico locale.
Rispetto alla scelta del corticosteroide da utilizzare vi è stata molta discussione a causa della pubblicazione di casi di infarto midollare o cerebrale secondario a blocchi peridurali, prevalentemente per via transforaminale cervicale. L’ipotesi, mai dimostrata, è che le formulazioni di corticosteroidi particolati possano dare origine ad ostruzione vascolare per aggregazione di molecole di dimensione superiore ai globuli rossi (triamcinolone, betametasone) o impacchettamento (metilprednisolone); è stato quindi consigliato l’utilizzo di formulazioni di molecole di piccole dimensioni (desametasone) che sembra avere pari efficacia delle formulazioni a lento rilascio, anche se può essere necessario un maggior numero di somministrazioni, a parità di sicurezza. Cause di ischemia a seguito di blocco peridurale intraforaminale, soprattutto a livello cervicale, possono essere anche la lesione diretta del vaso da parte dell’ago con la formazione di trombo o il vasospasmo da iniezione intravascolare.
La presenza di eccipienti quali poliglicole e acido benzoico è da tener presente per la potenziale neurotossicità.
E’ stato suggerito che il dosaggio di metilprednisolone somministrato non superi 3 mg/kg per prevenire un’eccessiva ritenzione idrica e salina. Le dosi tipiche sono 12-18 mg di betametasone e 80-120 mg di metilprednisolone ma anche riducendo il dosaggio di metilprednisolone a 40 mg l’effetto sembra essere paragonabile. Il dosaggio di metilprednisolone intraforaminale è solitamente 40 mg. Lo steroide viene abitualmente diluito; il volume di soluzione iniettata varia in base all’approccio utilizzato: per le peridurali interlaminari cervicali e toraciche può essere utilizzato un volume totale di 3-5 ml mentre per le transforaminali nelle stesse sedi 1,5-2 ml; a livello lombare il volume è solitamente maggiore, 6-10 ml interlaminare, 3-4 ml transforaminale, sino a 20 ml caudale.
Il diluente può essere soluzione fisiologica o un anestetico locale a concentrazioni tali da limitare il blocco motorio: lidocaina 0,5%, bupivacaina o levobupivacaina 0,125-0,25%, ropivacaina 0,2%.
1. Faculty of Pain Medicine of The Royal College of Anaesthetists, Association of Anaesthetists of Great Britain and Ireland, British Pain Society. Recommendations for good practice in the use of epidural injection for the management of pain of spinal origin in adults. www.rcoa.ac.uk/fpm, 2011.
2. National Institute for Health and Care Excellence. Low back pain and sciatica in over16s: assessment and management. www.nice.org.uk. 2016. 3. Knezevic NN, Jovanovic F, Voriniv D, Candido KD. Do Corticosteroids Still Have a Place in the Treatment of Chronic Pain? Front Pharmacol. 2018; 9: 1229. 4. Merrill DG, Rathmell JP, Rowlingson JC . Epidural steroid injections. Anesth Analg. 2003; 96: 907 – 908, author reply 8. 5. Cluff R, Mehio AK, Cohen SP et al. The technical aspects of epidural steroid injections: a national survey . Anesth Analg. 2002 ; 95 : 403 – 408 6. Cheng B. Epidural Steroid Injections. Medscape, 2018. 7. Kim D, Brown J. Efficacy and safety of lumbar epidural dexamethasone versus methylpredisolone in the treatment of lumbar radiculopathy: a comparison fo soluble versus particulate steroids. Clin J Pain. 2011; 27 (6): 516-22. 8. Lee GY, Lee JW, Yeom JS, Kim KJ, Shin HI Kang HS. The Incidence of Various Types of Systemic Reactions Related to Epidural Steroid Injections: A Prospective Observational Study. Korean J Radiol. 2018;19(2):301-310. 9. Doshi R, Patel VB, Abdi S. Interlaminar Epidural Steroid Injections: Cervical, Thoracic, Lumbar, and Caudal. Atlas of Pain Medicine Procedures. Editors Diwan S, Staats P. Mc Graw Hill Education. 2012: 154-161. 10. Patel VB. Transforaminal Epidural Steroid Injection. Atlas of Pain Medicine Procedures. Editors Diwan S, Staats P. Mc Graw Hill Education. 2012: 162-168. 11. Benyamin RM, Manchikanti L, ParrAT, Diwan S, Singh V, Falco FJE, Datta S, Abdi S, Hirsch JA. The Effectiveness of Lumbar Interlaminar Epidural Injections in Managing Chronic Low Back and Lower Extremity Pain. Pain Physician. 2012; 15: E363-E404. 12. Park JY, Kim DH, Lee K, Choi SS, Leem JG. Optimal volume of injectate for fluoroscopy-guided cervical interlaminar epidural injection in patients with neck and upper extremity pain. Medicine (Baltimore). 2016; 95(43): e5206. 13. Park JM, Jung H, Kwon OD, Hong SW, Kwak KH. Analysis of dispersion of lumbar interlaminar epidural injectates. Korean J Anesthesiol. 2013; 65(6 Suppl): S139–S140. 14. Lirk P, Kolbitsch C, Putz G, et al. Cervical and high thoracic ligamentum flavum frequently fails to fuse in the midline. Anesthesiology. 2003;99(6):1387–1390. 15. Gill J, Aner M, Simopoulos T. Intricacies of the contralateral oblique view for interlaminar epidural access. Pain Med. 203;14(8):1265–1256. 16. Furman MB, Jasper NR, Lin HW. Fluoroscopic contralateral oblique view in interlaminar interventions: a technical note. Pain Med. 2012;13(11):1389–1396. 17. Furman MB, Jasper NR, Lin HW. In response to “Intricacies of the contralateral oblique view for interlaminar epidural access.” Pain Med. 2013;14(8):1267–1268. 18. Landers MH, Dreyfus P, Bogduk N. On the geometry of fluoroscopic views of cervical epidural injections. Pain Med. 2012;13(1):58–65. 19. Van Boxem K, Hans G, Rijsdijk M, Kallewaard JW. Safe Use of Epidural Corticosteroid Injections: Reccomendations of the WIP Benelux Work Group. Pain Practice. 2018; doi: 10.1111/papr.12709. 20. Park KD, Lee J, Jee H, Park Y. Kambin Triangle Versus the Supraneural Approach for the Treatment of Lumbar Radicular Pain. American Journal of Physical Medicine & Rehabilitation. 2012; 91(12): 1039-1050. 21. Glaser SE, Shah RV. Root cause analysis of paraplegia following transforaminal epidural steroid injections: the ‘unsafe’ triangle. Pain Physician. 2010;13(3):237–244. 22. Kennedy DJ, Dreyfuss P, Aprill CN, Bogduk N. Paraplegia following imageguided transforaminal lumbar spine epidural steroid injection: two case reports. Pain Med. 2009;10(8):1389–1394. 23. El-Yahchouchi C, Geske JR, Carter RE, et al. The noninferiority of the nonparticulate steroid dexamethasone vs the particulate steroids betamethasone and triamcinolone in lumbar transfo 24. Kennedy DJ, Plastaras C, Casey E, et al. Comparative effectiveness of lumbar transforaminal epidural steroid injections with particulate versus nonparticulate corticosteroids for lumbar radicular pain due to intervertebral disc herniation: a prospective, randomized, double-blind trial. Pain Med. 2014;15(4):548–555. 25. Bogduk N, ed. Practice Guidelines for Spinal Diagnostic and Treatment Procedures, Lumbar Transforaminal Access. San Francisco, CA: International Spine Intervention Society; 2013:377442 26. Chun EH, Park HS. Effect of High-Volume Injectate in Lumbar Transforaminal Epidural Steroid Injections: A Randomized, Active Control Trial. Pain Physician. 2015; 18:519-525. 27. Cleary M, Keating C, Poyton AR. The flow patterns of caudal epidural in upper lumbar spinal pathology. Eur Spine J. 2011; 20(5): 804–807. 28. Botwin K, Brown LA, Fishman M, Rao S. Fluoroscopically guided caudal epidural steroid injections in degenerative lumbar spine stenosis. Pain Physician. 2007 Jul;10(4):547-58. 29. McCormick ZL, Nelson A, Bhave M, Zhukalin M, Kendall M, McCarthy RJ, Khan D, Nagpal G, Walega DR. A Prospective Randomized Comparative Trial of Targeted Steroid Injection Via Epidural Catheter Versus Standard C7-T1 Interlaminar Approach for the Treatment of Unilateral Cervical Radicular Pain. |
Visit Us
Unità di Terapia del Dolore Pavia
info@paviapainschool.it
Call Us
+39-3486954956